L’acufene è una condizione molto più comune di quel che si pensi: è stato stimato che sia presente nel 10-16% della popolazione mondiale, assumendo un andamento severo e disturbante nell’1-2%…

Quale farmaco funziona per la cura dell’acufene?
L’acufene è una condizione complessa che, nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, ancora oggi non ha una cura farmacologica validata.
Esiste una cura farmacologica per l’acufene?
Al momento non esiste un trattamento farmacologico specifico e validato per l’acufene. Questo perché l’acufene non è una malattia a sé stante, ma un sintomo che può derivare da patologie molto diverse. Di conseguenza, risulta estremamente difficile sviluppare un farmaco che agisca direttamente su di esso.
Nel corso degli anni, molti farmaci sono stati testati, spesso senza una logica chiara, dato che non essendo disponibile una terapia specifica, si è cercato di sperimentare con diverse soluzioni. Tuttavia, nonostante la varietà di approcci, nessuno ha dimostrato un’efficacia scientificamente validata.
I farmaci più comunemente utilizzati
Tra i farmaci comunemente impiegati ci sono:
- Sedativi e ipnotici, come le benzodiazepine.
- Antidepressivi, in particolare gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e della serotonina-noradrenalina (SNRI).
Sebbene tali farmaci siano utilizzati, il loro impiego non mira a curare l’acufene in sé, ma piuttosto ad alleviare i sintomi associati, come ansia o insonnia, che spesso si presentano insieme al disturbo. La loro efficacia sull’acufene diretto è limitata e spesso deriva più da effetti secondari che da un’azione mirata.
Questi farmaci devono essere assunti esclusivamente dietro prescrizione medica.
L’effetto placebo: un fenomeno psico-biologico
Uno degli aspetti più interessanti legati alla terapia per l’acufene è il cosiddetto effetto placebo, definito più propriamente “fenomeno psico-biologico”. Questo fenomeno, che si verifica in circa il 40% dei pazienti affetti da acufene che assumono farmaci, non deve essere visto come un trucco o un inganno. Al contrario, rappresenta un meccanismo della mente umana che può influenzare la percezione del disturbo.
Il tasso di risposta al placebo rappresenta una sfida importante nella validazione dei farmaci, in quanto rende difficile distinguere gli effetti reali del trattamento da quelli psicologici.
Farmaci potenzialmente ototossici: l’aspirina e altri esempi
Un altro tema centrale nella discussione sull’acufene è la ototossicità di alcuni farmaci, ossia la loro capacità di danneggiare l’orecchio interno e causare o peggiorare l’acufene. L’aspirina è uno di questi, e sebbene non sia sufficiente una singola dose per causare danni, dosi elevate o prolungate possono indurre problemi all’apparato uditivo.
Questo fenomeno, noto come salicilismo, può causare una forma temporanea di acufene. Tuttavia, non si tratta di un problema permanente e generalmente scompare una volta interrotto il trattamento.
L’impatto dei farmaci per malattie da raffreddamento
Durante il periodo invernale, molte persone assumono farmaci per curare malattie da raffreddamento, come influenza o sinusite. Anche questi possono avere un impatto sull’acufene, ma spesso, è difficile distinguere tra l’effetto diretto del farmaco e il normale coinvolgimento dell’apparato uditivo dovuto al raffreddamento stesso, come congestione o catarro.
Farmaci che peggiorano l’acufene
Ci sono alcuni farmaci notoriamente associati all’insorgenza o al peggioramento dell’acufene. Tra questi:
- Alcuni antibiotici.
- Farmaci chemioterapici, come il cisplatino.
- Chinina e derivati, usati in passato come antimalarici.
Tutti questi farmaci, sebbene siano potenzialmente ototossici, spesso non hanno alternative altrettanto efficaci. Pertanto, il loro utilizzo è giustificato da un attento bilancio tra rischi e benefici, laddove il beneficio del farmaco supera di gran lunga i potenziali danni.
In conclusione, Il trattamento farmacologico dell’acufene resta una sfida complessa. Non esiste una cura farmacologica validata, e il rischio di ototossicità di alcuni farmaci rende il trattamento ancora più delicato. Tuttavia, la ricerca continua e l’effetto placebo e gli altri fenomeni psico-biologici sono aree di studio fondamentali per comprendere meglio il disturbo e le possibili terapie future.
>> Guarda il video “Farmaci e acufene” con il prof. Paolo Enrico