mindfulness per l'acufene

Combattere l’acufene con la mindfulness: studi e tecniche

L’acufene è la percezione di un suono che non ha una reale origine esterna. Si stima che tra il 10% e il 15% della popolazione globale abbia sperimentato acufene almeno una volta nella vita. Questo equivale a circa 700 milioni di persone in tutto il mondo. Di questi, circa l’1-2% soffre di acufene grave, che influisce significativamente sulla qualità della vita.

L’acufene è un sintomo che può derivare da vari problemi di salute, come patologie della cavità orale, dell’orecchio (interno, medio o esterno), del sistema nervoso coinvolto nella trasmissione degli stimoli uditivi, o problemi al sistema cardiovascolare. Inoltre, può essere legato a malattie croniche autoimmuni o demielinizzanti. Rimuovere la causa scatenante spesso permette di risolvere il disturbo.

L’aspetto psicologico dell’acufene è cruciale: chi ne soffre sa quanto possa essere stressante e debilitante, causando ansia, depressione, insonnia e difficoltà di concentrazione. Questi effetti rendono l’acufene qualcosa di più di un semplice sintomo.

Per questo motivo, negli ultimi anni le cure per l’acufene si sono concentrate non solo sulle cause, ma anche sugli effetti psicologici. Una delle tecniche adottate mira a “desensibilizzare” la mente alla presenza dell’acufene, attraverso un processo di apprendimento che riduce l’attenzione costante a questo suono.

Comprendere i meccanismi fisiologici di questa strategia richiede di comprendere la natura dell’acufene. Si ritiene che questo disturbo insorga quando l’attività elettrica dei sistemi di elaborazione del suono, sia nell’orecchio sia nel cervello, diventa amplificata.

Il sistema uditivo è molto sensibile, ma in condizioni normali filtra il rumore di fondo, ignorandolo per dare priorità ai suoni esterni. Tuttavia, se questo “rumore di fondo” supera una certa soglia, può manifestarsi come un sibilo o un ronzio: l’acufene.

In alcune persone, il sistema nervoso percepisce questo suono come un segnale d’allarme, come se fosse un pericolo, portando il cervello a concentrarsi sul rumore per proteggerci. Questo fenomeno rende difficile “staccarsi” dal rumore di sottofondo, e fa sì che un suono di pochi decibel venga percepito come fastidioso.

La reazione che si ha all’acufene può amplificarlo o attenuarlo. Imparando a convivere con questo rumore e accettandolo, si inizia a rilassarsi. Il cervello smette di vederlo come una minaccia e lo filtra naturalmente, riducendo ansia e stress e abbassando così il livello di rumore nel sistema nervoso.

Cos’è la mindfulness

La mindfulness, radicata nella cultura buddista, è una tecnica che aiuta a sviluppare la capacità di vivere il presente in modo non giudicante. Secondo la filosofia orientale, osservare un aspetto negativo della propria vita senza rifiutarlo permette di viverlo in modo più sereno. Jon Kabat-Zinn, biologo e scrittore americano, ha creato alla fine degli anni ’70 il programma “Mindfulness-Based Stress Reduction” (MBSR), un corso di otto settimane pensato per insegnare il controllo dell’attenzione attraverso la mindfulness. Questo programma si è rivelato utile per chi soffre di acufene, spesso accompagnato da ansia e paura.

Questa tecnica insegna ai pazienti a cambiare il proprio approccio all’acufene, cercando di eliminare il disagio.

Mindfulness e acufene: cosa dice la scienza

Uno dei primi studi sull’uso della mindfulness per gestire patologie croniche fu condotto nel 1985 da Kabat-Zinn, Lipwollh e Burney. In questo studio su 90 pazienti con dolore cronico, i risultati mostrarono una riduzione significativa del dolore e dei sintomi come ansia e depressione, con miglioramenti che si mantennero per circa 15 mesi.

Altri studi recenti hanno esplorato la mindfulness per l’acufene cronico. Un esperimento in Galles ha combinato terapia comportamentale e mindfulness su 25 persone con acufene cronico, ottenendo miglioramenti significativi nell’80% dei pazienti. Un altro studio ha confrontato la mindfulness con tecniche di rilassamento su 25 pazienti, osservando che la mindfulness ha aiutato a ridurre emozioni negative e la ruminazione, e i benefici si sono mantenuti più a lungo rispetto alle tecniche di solo rilassamento.

Uno studio del 2013 dell’Università della California ha confermato l’efficacia della MBSR nella gestione dell’acufene cronico, rilevando una diminuzione del disagio, dell’ansia e dello stress, con miglioramenti nella qualità di vita e nella riduzione dell’uso di sonniferi. I partecipanti hanno giudicato la tecnica sicura ed efficace.

Come si impara a praticare la mindfulness?

La mindfulness è una pratica che sviluppa la capacità di essere consapevoli e pienamente presenti nel momento attuale, accogliendo l’esperienza senza giudizio. Si può iniziare con semplici esercizi di respirazione, fino a seguire percorsi guidati con il supporto di un professionista. Ecco i punti fondamentali su cui si basa la mindfulness:

  1. Meditazione di base: la meditazione di mindfulness spesso inizia con esercizi di respirazione. Ci si siede in una posizione comoda, si chiudono gli occhi e si porta attenzione al respiro, notando ogni inspirazione ed espirazione. La mente tenderà a distrarsi, ma lo scopo è riportarla delicatamente al respiro ogni volta che accade.
  1. Scansione del corpo: questa tecnica prevede di portare attenzione a ogni parte del corpo, dalla testa ai piedi, osservando sensazioni, tensioni o dolori, senza cercare di cambiarli.
  2. Mindfulness nelle attività quotidiane: la mindfulness può essere praticata in ogni attività – dal mangiare al camminare. Si tratta di fare queste azioni lentamente e con consapevolezza, concentrandosi sulle sensazioni del momento e apprezzando i dettagli di ogni esperienza.
  3. Mindfulness formale e informale: la pratica può essere sia “formale”, dedicando del tempo alla meditazione, sia “informale”, integrando la consapevolezza nella vita quotidiana.
  4. Mindfulness guidata e programmi strutturati: esistono percorsi guidati, come il programma MBSR (Mindfulness-Based Stress Reduction), che insegnano la mindfulness in modo progressivo e strutturato. Spesso, i corsi includono sessioni di meditazione, esercizi di consapevolezza e momenti di riflessione di gruppo.

Apprendere la mindfulness richiede tempo e pratica costante, ma i benefici diventano evidenti con il tempo: chi la pratica regolarmente nota un miglioramento nella gestione delle emozioni, un ridotto livello di stress, e una maggiore capacità di vivere nel presente.

Risultati nella cura per l’acufene

Il numero di studi è ancora limitato, ma i risultati mostrano che, anche se l’acufene non scompare del tutto, la maggior parte dei pazienti trattati con MBSR ha sperimentato un miglioramento della qualità di vita, del sonno e della capacità di concentrazione, riducendo l’ansia e lo stress quotidiani.

Anche se la mindfulness, praticata autonomamente o attraverso programmi strutturati, può offrire benefici, la sua combinazione con terapie come la Tinnitus Retraining Therapy (TRT) ne amplifica l’efficacia.


Foto di copertina: pressfoto – www.freepik.com


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    acufene, stress, terapia


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