I 10 vero o falso sulla TRT

I 10 vero o falso sulla TRT (Tinnitus Retraining Therapy)

La TRT (Tinnitus Retraining Therapy) consiste nella stimolazione sonora tramite apparecchi acustici di dimensioni molto ridotte e discreti, tanto che spesso ci si dimentica di indossarli. Gli apparecchi erogano un rumore bianco (un tipo particolare di rumore con delle caratteristiche specifiche, paragonabile al rumore di un televisore non sintonizzato su alcun canale), vengono adattati alle esigenze del paziente e calibrati in funzione dell’intensità̀ dell’acufene (precedente misurata tramite acufenometria). Vanno indossati per tutto il giorno e possono essere mantenuti anche durante il sonno. Alla stimolazione sonora deve essere affiancato un percorso di counseling con uno psicoterapeuta per la gestione delle qualità emotive legate alla presenza dell’acufene. Tale abbinamento è fondamentale per la buona riuscita della terapia.

1. La TRT non funziona perché non esiste cura per l’acufene

FALSO. Non esiste una cura farmacologica per l’acufene, cioè non esistono farmaci o integratori che abbiano mostrato un’efficacia scientificamente validata nella riduzione del disturbo. La TRT invece, senza l’uso di farmaci, fa leva sulla plasticità del cervello e lo riabitua a considerare l’acufene come un suono neutro e non degno di interesse. È la terapia attualmente più accreditata dalla comunità scientifica internazionale. Più di 100 pubblicazioni sono reperibili su Medline riguardo la TRT. La maggioranza di queste pubblicazioni indica che la TRT offre un aiuto significativo in circa l’80% dei pazienti. (v. Are results of tinnitus retraining therapy maintained over time? 18-month follow-up after completion of therapy. Luca Del Bo, Umberto Ambrosetti, Andrea Crocetti et alt.  Audiol Neurootol. 2009)

2. La TRT è costosa

FALSO. La TRT comprende l’acquisto di apparecchi generatori e il supporto di counselling e psicologico da parte di uno psicoterapeuta. Bisogna quindi valutare il rapporto costo/benefici. A fronte di un costo iniziale, i risultati sono significativi nell’ 80%dei casi. Spesso chi soffre di acufene sostiene costi elevati nel tentativo di trovare terapie e farmaci che invece si dimostrano inefficaci.

3. Si chiama anche terapia del suono

FALSO. La TRT viene spesso identificata con il nome di terapia del suono, visto che il suo nome inglese Tinnitus Retraining Therapy (letteralmente Terapia di Riqualificazione dell’Acufene) è un termine di difficile comprensione e memorizzazione, specie per chi non ha familiarità con la lingua inglese. Però il termine terapia del suono non è corretto e trae in inganno, lasciando intendere che l’acufene può scomparire, semplicemente ascoltando dei rumori bianchi, rumori della natura, fruscii, sciabordio dellle onde, ecc. La TRT risponde a un preciso protocollo che prevede la stimolazione sonora personalizzata tramite generatori indossabili e un percorso di consulenza con uno psicoterapeuta.

4. Per la TRT bisogna usare gli apparecchi acustici

VERO. Sebbene qualcuno applichi la TRT anche con generatori di suono ambientali, il protocollo sperimentato da Pawel J. Jastreboff negli anni 90 e validato dalla comunità scientifica internazionale prevede l’utilizzo di apparecchi acustici. Solo in questo modo si possono garantire risultati duraturi nel tempo.

5. Tutti gli apparecchi acustici vanno bene

FALSO. Non è pensabile utilizzare un apparecchio acustico magari dismesso da un parente o un genitore per la terapia dell’acufene. Gli apparecchi acustici per la stimolazione sonora sono dispositivi specifici pensati per questa funzione. Inoltre devono essere personalizzati e regolati sulla frequenza del proprio acufene. In caso di ipoacusia gli apparecchi acustici possono correggere sia il deficit uditivo, sia erogare rumore bianco per la TRT. In questo caso si parla di apparecchi acustici combi.

6. Il rumore erogato dagli apparecchi copre l’acufene

FALSO. I suoni erogati dagli apparecchi acustici sono tarati sulla frequenza del proprio acufene, ma non con l’obiettivo di coprirlo per annullarlo, quanto piuttosto quello di produrre un suono appena percepibile che aiuta il cervello a riconsiderare il suono dell’acufene come un suono neutro privo di importanza.

7. Quando tolgo gli apparecchi acustici l’acufene ritorna

FALSO. Come già spiegato nel punto precedente, il rumore erogato dagli apparecchi acustici non copre l’acufene e quindi la funzione degli apparecchi non è quella di annullare l’acufene erogando un suono ancora più forte. Sarebbe insopportabile per il paziente e non avrebbe alcun effetto. Il lievissimo rumore erogato ha una funzione terapeutica che insieme alla consulenza con uno psicoterapeuta aiuta a dimenticarsi dell’acufene. Quindi una volta terminata la terapia e abbandonati gli apparecchi acustici, l’acufene non ritorna ad essere fastidioso.

8. Ascoltare rumori da app o video Youtube è la stessa cosa

FALSO. La TRT si basa su un protocollo ben preciso, che prevede appunto l’utilizzo di apparecchi acustici affiancato da una consulenza con uno psicoterapeuta. Ascoltare suoni della natura può essere d’aiuto come arricchimento sonoro, quando l’acufene è particolarmente disturbante. Si sa che nel silenzio l’acufene si amplifica e quindi in alcuni casi può essere di giovamento avere un rumore di sottofondo, ma questa pratica non ha alcun valore terapeutico.

9. L’acufene non scompare, ci si abitua

VERO. La TRT basa la sua efficacia sulla neuroplasticità (o plasticità del cervello). Il nostro cervello è un organo straordinario in grado di cambiare la propria struttura e le proprie funzioni a seconda degli stimoli esterni ricevuti. Un esempio della plasticità del cervello è la capacità di adattarsi ai rumori. Immaginate di entrare in ambiente nuovo in cui ci sia un rumore di fondo. All’inizio quel rumore vi sembrerà fastidioso, ma con il passare del tempo finirete per abituarvi fino a non sentirlo più. Ecco questo è un piccolo esempio della plasticità del cervello. Ed è proprio questo il meccanismo che sta alla base della Tinnitus Retrainig Therapy, vale a dire la capacità del cervello di abituarsi all’acufene e di non percepirlo più. La terapia non promette di far sparire l’acufene, (che continuerà a essere presente) ma di renderlo ininfluente. La Tinnitus Retraing Therapy fa leva sulla plasticità del cervello per ricondurre il suono dell’acufene a un suono normale e non a un campanello d’allarme e quindi privo di importanza e in quanto tale ignorarlo.

10. Non è una cura definitiva

FALSO. Proprio perché fa leva sulla plasticità del cervello e quindi riabitua l’individuo a considerare l’acufene un suono neutro questa terapia ha risultati duraturi nel tempo. Proprio grazie al supporto di uno psicoterapeuta, il paziente impara a conoscere il proprio acufene, riconoscerlo e dominarlo. E queste pratiche una volta acquisite possono essere applicate all’occorrenza per tenere sotto controllo l’acufene ogni qualvolta dovesse ricomparire.


Cover foto: Kireyonok_Yuliya – it.freepik.com

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