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Covid-19, sordità e acufeni

È già passato oltre un anno dal 30 gennaio 2020 quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato lo stato di emergenza di sanità pubblica di interesse mondiale, mettendo in atto una serie di misure di contenimento del contagio sull’intero territorio mondiale.

Covid-19 e sistema nervoso centrale

È da molto tempo noto come diversi Coronavirus mostrino un potenziale neurotrofico, ossia risultino capaci di infettare e danneggiare le strutture nervose. Sulla base di tale considerazione e forti anche della sintomatologia olfattiva e gustativa data dalla Covid-19 è stato ipotizzato un potenziale neurotrofico anche per Sars-Cov-2 (il nome con cui viene identificato il coronavirus responsabile della sindrome Covid-19). La perdita di gusto e olfatto e la perdita della capacità di controllo del respiro nei casi più gravi suggeriscono il coinvolgimento del sistema nervoso centrale nell’infezione. Studi clinici dimostrano inoltre l’insorgenza di un ampio spettro di disturbi neurologici quali meningoencefaliti, ictus ed encefalopatie in soggetti affetti da Covid-19.

Covid-19 e udito

È noto che alcune infezioni virali sono in grado di danneggiare la funzionalità uditiva e causare sordità (come nel caso del Citomegalovirus, il virus del morbillo e il virus della rosolia). È stato ipotizzato che anche Sars-Cov-2 possa essere lesivo per il tessuto nervoso: potrebbe diffondersi in tutto il sistema nervoso, magari ottenendo l’accesso attraverso il nervo olfattivo e il bulbo. In questo caso, ci si potrebbe aspettare un’associazione tra perdita di gusto / odore e sintomi audio-vestibolari.

Sono stati fino a oggi pubblicati numerosi studi sulle proprietà neuroinvasive del virus Sars-Cov-2. Di recente è stato pubblicato uno studio interessante sulla rivista medica britannica BMJ di un uomo inglese di 45 anni che in seguito a Covid-19 è andato incontro ad un episodio di ipoacusia improvvisa. Gli autori riportano che l’uomo dopo aver presentato per 10 giorni i sintomi da Covid-19 è stato ricoverato e trasferito in terapia intensiva dove è stato intubato e sottoposto a terapia medica. Una settimana dopo la dimissione ha iniziato a sviluppare nell’orecchio sinistro dapprima un acufene e successivamente una ipoacusia improvvisa. Nonostante la terapia tempestiva a base di corticosteroidi il recupero uditivo è stato solo parziale mantenendo una ipoacusia severa per le frequenze più alte. I medici britannici non hanno trovato nessuna spiegazione per lo sviluppo di questa ipoacusia improvvisa se non la correlazione con la Covid-19.

Un sondaggio effettuato nel Regno Unito su 121 persone e pubblicato sull’International Journal of Audiology ha rilevato come il 13% abbia riportato una variazione uditiva e/o la comparsa di acufene in seguito alla diagnosi di Covid-19.

I meccanismi attraverso cui l’infezione possa rendersi responsabile della perdita uditiva sono molteplici:

  • vi può essere un danno mediato da citochine infiammatorie, vale a dire l’esagerata risposta del sistema immunitario nei confronti del virus si può rendere responsabile del danno delle cellule nervose dell’orecchio;
  • può essere conseguente a un danno della parete vasale o alla formazione di piccoli trombi che causano una ischemia dell’orecchio con conseguente morte delle cellule ciliate dell’orecchio interno;
  • può entrare in gioco il neurotropismo virale con danno dell’ottavo nervo cranico e lo sviluppo di acufene e perdita di udito che possono anche essere accompagnati da sintomatologia vertiginosa.

A gennaio del 2021, quindi esattamente un anno dopo l’ingresso del virus Sars-Cov-2 nella nostra quotidianità, è stata pubblicata una revisione sistematica di tutti i sintomi audio-vestibolari associati all’infezione. Tale pubblicazione ha esaminato circa 50 studi e case-report, tutti segnalanti casi di ipoacusia e di altre manifestazioni audiovestibolari (acufeni e vertigini) in soggetti affetti da Covid-19. Tale lavoro ha consentito agli studiosi di sintetizzare la prevalenza dei sintomi audiovestibolari:

Acufene

L’acufene è il sintomo più frequentemente riferito. Spesso è segnalato come un disturbo transitorio, della durata variabile da pochi giorni a poche settimane, solo in alcuni casi persistente. In media si tratta di un disturbo lieve, non distraente e con scarsa o nulla limitazione alla vita sociale e/o lavorativa. Le caratteristiche dell’acufene sono state descritte dai vari pazienti in maniera estremamente differente presentandosi in taluni intermittente e in altri continuo, assumendo anche le caratteristiche di acufene pulsante in una piccola percentuale di pazienti. I soggetti affetti da acufene già in epoca precedente la pandemia hanno descritto l’acufene come più fastidioso del solito mostrando un aggravamento della percezione del sintomo (questo potrebbe essere dovuto ad un cambiamento dello stile di vita in epoca di pandemia).

Ipoacusia

L’ipoacusia è stata segnalata in 56 studi. Addirittura circa 9 case-report hanno segnalato la comparsa di ipoacusia improvvisa in soggetti con infezione da Sars-Cov-2. Per determinare se esiste correlazione tra infezione e ipoacusia improvvisa i ricercatori hanno contato il numero dei casi della patologia uditiva prima e dopo l’insorgenza della pandemia, ottenendo tuttavia risultati contrastanti. Più rara rispetto all’ipoacusia neurosensoriale è la segnalazione di ipoacusia trasmissiva o mista: spesso è la conseguenza di otiti e processi flogistici che non sembrano avere alcun nesso con la Covid-19. I dati sulla perdita uditiva devono tuttavia essere valutati con cautela in quanto ottenuti mediante autosegnalazione e non successivamente approfonditi con esami strumentali in grado di indagare l’entità della perdita, motivo per cui non è chiaro se alla sensazione soggettiva di perdita uditiva si associasse un reale calo della soglia.

Vertigini

Le vertigini sono i sintomi audiovestibolari meno comunemente riferiti, Nella maggior parte dei casi è stata posta diagnosi di neurite vestibolare.

Le segnalazioni di sintomi audiovestibolari in infezione da Sars-Cov-2 continuano ad aumentare, tuttavia nella maggior parte dei casi si tratta di case report e di relazioni basate su autosegnalazione da parte dei pazienti stessi. Ad oggi sono scarsi gli studi che tengano in considerazione una valutazione completa clinica e strumentale della funzionalità audiovestibolare nei pazienti Covid-19.

Quello che è certo sino ad oggi , indipendentemente dalle basi fisiologiche di tale fenomeno, è che la pandemia ha evidenziato ed aggravato le condizioni di vita dei soggetti con ipoacusia e acufeni. Sicuramente in ciò contribuisce in maniera importante l’ansia e lo stress legati al diverso stile di vita e alla paura generati da tale situazione globale. In merito al danno organico provocato dal virus sulle strutture nervose dell’orecchio ci saranno sicuramente ulteriori studi ad approfondimento.


Foto di copertina: freepik – www.freepik.com


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    Dott.ssa Chiara Amato

    Specialista in Audiologia e Foniatria. Si è specializzata con la lode presso l’Università degli studi di Catania e durante il percorso di studi ha approfondito tale disciplina presso l’ospedale Cà Foncello di Treviso, afferente all’Università degli studi di Padova. Si occupa della diagnosi, della cura e della riabilitazione di patologie uditive e di disturbi del linguaggio e della deglutizione.

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