La neuromodulazione è una terapia per l’acufene ancora in fase di sperimentazione che consiste nella stimolazione nervosa del cervello per modificare la percezione dell’acufene. Le sperimentazioni condotte finora hanno preso…
Cellule staminali per la cura dell’acufene: cosa c’è di vero
Districarsi nel mondo di informazioni che la rete fornisce sull’acufene è complicato se non si hanno gli strumenti giusti per analizzare le notizie. Esiste una grande confusione che oscilla tra chi sostiene che non esiste cura e chi propone farmaci e terapie fantasiose.
L’ultima in cui ci siamo imbattuti è la cura dell’acufene tramite cellule staminali eseguita in una clinica svizzera. Niente di più falso! Non esiste alcuna terapia validata che faccia uso delle staminali per la cura dell’acufene. Vediamo perchè.
Cosa sono le cellule staminali e quali sono le applicazioni in audiologia
Le cellule staminali sono cellule primitive, non specializzate, dotate della capacità di trasformarsi in diversi altri tipi di cellule del corpo attraverso un processo denominato differenziamento cellulare. Sono oggetto di studio da parte dei ricercatori per curare determinate malattie, sfruttando la loro duttilità.
Anche nello studio dell’orecchio e delle sue patologie le cellule staminali potrebbero trovare un’applicazione, in particolare nella rigenerazione delle cellule ciliate, minuscole cellule localizzate nell’orecchio interno che hanno la funzione di trasferire il segnale sonoro al cervello trasformandolo in impulso nervoso. Sono di fatto le cellule che ci permettono di sentire.
Con l’avanzamento dell’età si assiste a una degenerazione naturale delle cellule ciliate con la conseguente progressiva perdita dell’udito. Le persone più anziane infatti non sono più in grado di udire i suoni di frequenza più acuta. Questo è un processo del tutto naturale che non deve destare alcuna preoccupazione, e che può essere paragonato alla progressiva presbiopia che inizia a insorgere dopo i 40 anni.
In alcuni casi invece il danno alle cellule ciliate può essere causato da eventi traumatici o da esposizione prolungata a rumori forti con conseguente perdita dell’udito e insorgenza dell’acufene anche in persone giovani. Sono proprio questi i casi in cui la rigenerazione delle cellule ciliate potrebbe essere di giovamento per restituire l’udito e risolvere i problemi di acufene. Ma al momento non esiste nulla di concreto in questa direzione, ma solo sperimentazioni che non hanno alcuna applicazione pratica.
Le cellule staminali per la rigenerazione delle cellule ciliate
Esistono alcuni filoni di ricerca che si stanno occupando della rigenerazione delle cellule ciliate, ma al momento sono solo a uno stadio embrionale e non hanno ancora dato i risultati sperati.
“Esiste un filone di ricerca sulla possibilità di impiantare le cellule staminali all’interno della coclea per favorire la formazione di cellule ciliate interne ed esterne per rimpiazzare le cellule ciliate morte.” – ci spiega il dott. Fiorenzo Bertoletti, otolaringoiatra della Tinnitus Clinic di Milano – “Ma esistono ancora una serie di problemi: riusciamo sì a portare le cellule staminali all’interno della coclea, ma si sviluppano molte più cellule ciliate esterne rispetto a quelle interne, le ciglia non crescono o lo fanno in maniera disordinata, non riescono a connettersi con il nervo acustico e soprattutto muoiono subito”.
Dunque oggi nessuna terapia con le cellule staminali può essere efficace per la risoluzione di problemi di udito o di acufene.
Le terapie sull’acufene
Non esiste la pillola magica che spegne l’acufene, ma questo non significa che non esistano trattamenti efficaci che possano alleviarne il fastidio.
La terapia più efficace è quella che tenta di ricondurre l’acufene a un suono neutro, incapace di creare disturbo e di influire con le attività quotidiane. Questa terapia si basa sulla plasticità del cervello cioè la sua capacità di cambiare la propria struttura e le proprie funzioni a seconda degli stimoli esterni ricevuti.
Un esempio della plasticità del cervello è la capacità di adattarsi ai rumori. Immagina di entrare in un ambiente nuovo in cui ci sia un rumore di fondo. All’inizio quel rumore ti sembrerà fastidioso, ma con il passare del tempo finirai per abituarti fino a non sentirlo più. Ecco questo è un piccolo esempio della plasticità del cervello, cioè della capacità di abituarsi a situazioni semplici o complesse.
Ed è proprio su questo meccanismo che si basa la Tinnitus Retrainig Therapy (TRT), una delle più validate terapie per l’acufene, vale a dire la capacità del cervello di abituarsi all’acufene e di non percepirlo più. Questo è il motivo per cui la terapia funziona, perché non promette di far sparire l’acufene (che continuerà a essere presente) ma di renderlo ininfluente. La Tinnitus Retraing Therapy fa leva sulla plasticità del cervello per ricondurre il suono dell’acufene a un suono normale e non a un campanello d’allarme e quindi privo di importanza e in quanto tale ignorarlo.
Nella pratica la TRT consiste nella stimolazione sonora tramite apparecchi acustici di dimensioni molto ridotte e discreti abbinata al supporto psicoterapeutico che aiuta a controllare l’acufene e ad affrontare ansia e depressione. Il processo di adattamento richiede alcuni mesi, durante i quali l’acufene diventa progressivamente meno fastidioso fino a divenire un elemento del sottofondo sonoro quotidiano trascurabile.
La TRT non è una cura fai-da-te, non basta acquistare un paio di apparecchi acustici e seguire qualche corso di meditazione on-line per dimenticarsi dell’acufene. Deve essere eseguita presso una Tinnitus Clinic che sia in grado di impostare una terapia e un percorso personalizzato, perché ogni acufene è diverso e il fitting iniziale e il percorso terapeutico devono essere cuciti ad-hoc su ogni singolo paziente.
Per maggiori info: www.tinnitusclinic.it