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Gli esami per l’acufene: come si svolge una visita completa

L’acufene è un sintomo che affligge circa il 15% della popolazione e i casi sono in costante aumento. È il cosiddetto suono fantasma cioè non legato a una percezione esterna reale. Può essere molto invasivo e disturbare notevolmente la qualità di vita delle persone che ne soffrono. L’acufene è pertanto un sintomo molto complesso che, per essere inquadrato in un modo corretto, necessita di una visita approfondita, corredata da esami diagnostici molto raffinati.

Il percorso diagnostico inizia con l’anamnesi, cioè l’ascolto del paziente e della sua storia clinica. È importante porre attenzione alla sofferenza del paziente e alle implicazioni che l’acufene ha nelle attività quotidiane. È necessario indagare quando e in che modo l’acufene è insorto e in quali casi si acutizza. Completa l’analisi un quadro generale della salute del paziente. L’acufene è infatti un sintomo con causa multifattoriale ed è dunque necessario chiarire la condizione di benessere nella sua complessità e non solo negli aspetti uditivi.

La visita prosegue con test diagnostici uditivi molto raffinati poiché bisogna indagare la funzionalità del sistema uditivo nella sua totalità. Gli esami audiometrici comprendono l’audiometria tonale fino alle alte frequenze, l’acufenometria, la timpanometria, lo studio del riflesso stapediale e le otoemissioni acustiche. A seconda delle esigenze personali del paziente possono essere indagati i potenziali evocati uditivi o altri test audiologici ancora più approfonditi.

Audiometria tonale

È un esame molto semplice che serve per valutare la capacità uditiva del paziente. Viene eseguito in camera silente per mezzo di uno strumento chiamato audiometro. Al paziente viene chiesto di indossare delle cuffie. Attraverso l’audiometro vengono erogati dei suoni puri per ciascun orecchio di differenti tonalità partendo da volume pari a zero e andando ad aumentare gradatamente. Non appena il paziente percepisce il suono erogato lo segnala all’audiometrista che riporta il valore corrispondente per tonalità e intensità su un diagramma.

Acufenometria

È un esame diagnostico che serve a comprendere la tonalità dell’acufene percepito, cioè se si attesta sui toni più alti o su quelli più gravi. Al paziente viene fatta indossare una cuffia e attraverso l’audiometro vengono erogati suoni puri di diverse tonalità e viene chiesto al paziente di segnalare quando questi suoni coprono il rumore dell’acufene. L’esame serve per valutare l’intensità e la frequenza dell’acufene e per identificarne il pitch, cioè il valore massimo.

Timpanometria

È un esame obiettivo, utilizzato per testare la condizione dell’orecchio medio. Avviene creando variazioni di pressione nel canale auricolare. Il test viene eseguito inserendo una sonda nel canale uditivo. Lo strumento cambia la pressione nell’orecchio, genera un tono puro e misura la risposta del timpano al suono a differenti pressioni. Questo produce una serie di misurazioni che vengono trascritte nel timpanogramma.

Studio del riflesso stapediale

È un esame che serve a valutare il riflesso dello stapedio, piccolissimo muscolo della staffa, situato nell’orecchio medio. Il muscolo in assenza di patologie si contrae normalmente in risposta a suoni di intensità elevata. È un esame oggettivo che non richiede la collaborazione del paziente. Si esegue facendo indossare una cuffia attraverso la quale vengono erogati suoni soprasoglia, non dannosi per l’orecchio, ma che permettono di valutare se il riflesso stapediale è nella norma o se denota patologie.

Otoemissioni acustiche 

L’esame serve a verificare la funzionalità dell’orecchio interno. È anche questo un esame oggettivo indolore che si esegue con una piccola sonda inserita nel condotto uditivo. La sonda emette suoni che raggiungono le cellule ciliate, situate nell’orecchio interno. Le risposte vengono registrate tramite un apposito strumento e valutate dall’audiometrista.

Una visita completa ha l’obiettivo di inquadrare ogni singolo paziente e le cause scatenanti. L’acufene è un sintomo complesso con una storia differente da persona a persona. È importante conoscerne le caratteristiche peculiari per studiare un trattamento personalizzato specifico per ogni singolo caso clinico.

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