L'acufene, quel fastidioso fischio o ronzio nell'orecchio, può avere diverse cause. Molte volte, è legato a comportamenti e abitudini che, se modificati, possono contribuire a ridurre o addirittura prevenire questo…

Masticare troppe gomme fa aumentare l’acufene?
La rete è una fonte inesauribile di notizie, informazioni e talvolta anche di fatti curiosi. Di recente ci siamo imbattuti in una domanda, apparentemente bizzarra, che ha in realtà una spiegazione scientifica.
The Naked Scientist pubblica un dubbio di un lettore: “Ero solito masticare molte gomme, probabilmente in media più di un pacchetto al giorno. Un paio di anni fa ho sviluppato un acufene e mi è stato detto che non si poteva fare nulla. Tuttavia, quando ho smesso di masticare gomme, l’acufene si è fermato, ma quando ho ricominciato a masticarne molte è tornato. Perché può succedere?”
L’acufene è un fischio, un ronzio o un altro suono percepibile nelle orecchie che non ha una fonte acustica esterna identificabile. È una condizione che colpisce milioni di persone in tutto il mondo e che va da episodi lievi e occasionali a casi gravi e cronici che hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana.
Sebbene l’esperienza dell’acufene possa variare notevolmente, spesso condivide una caratteristica comune: la causa o le cause sottostanti sono complesse e, in molti casi, difficili da individuare. L’acufene può essere legato alla perdita dell’udito, all’esposizione prolungata a rumori forti, all’utilizzo di alcuni farmaci o a condizioni come l’ipertensione.
Acufene somatosensoriale
Per alcune persone affette da acufene, invece, la causa sembra essere di origine somatosensoriale. La caratteristica principale di questa forma di acufene è legata a problemi del sistema somatosensoriale, ovvero ai nervi e ai muscoli della testa, del collo e della mandibola.
Le informazioni provenienti dall’articolazione della mandibola vengono inviate al cervello attraverso le stesse fibre nervose che trasportano i segnali uditivi. Questo significa che il sistema somatosensoriale ‘interferisce’ anche con il sistema uditivo, modificando la percezione dei suoni. Per esempio, se l’acufene peggiora mentre si masticano molte gomme, potrebbe dipendere da un affaticamento dell’articolazione della mandibola.
Poiché le aree del cervello che gestiscono la mandibola sono vicine a quelle che controllano l’udito, è possibile che i problemi alla mandibola possano causare o peggiorare gli acufeni. Esistono parecchi studi che mostrano come i disturbi all’articolazione temporo-mandibolare possano aumentare il rischio di sviluppare acufeni. Questo fenomeno è interessante, soprattutto quando i sintomi dell’acufene appaiono e scompaiono in modo evidente.
Perché si verificano?
Gli acufeni somatosensoriali sono spesso causati da un’alterazione della comunicazione tra il sistema somatosensoriale (che trasmette informazioni tattili, posturali e muscolari) e il sistema uditivo. Questo può succedere per diversi motivi:
- Tensioni muscolari o problemi cervicali → Un’irritazione dei muscoli del collo o della mandibola può influenzare i segnali nervosi che arrivano al cervello e generare rumori simili a fischi, ronzii o fruscii.
- Disturbi dell’ATM (articolazione temporo-mandibolare) → Problemi alla mandibola, come il bruxismo (digrignare i denti) o malocclusioni, possono interferire con il sistema uditivo e causare acufeni.
- Postura scorretta → Un cattivo allineamento della colonna cervicale può alterare il flusso dei segnali nervosi e influenzare la percezione dei suoni.
- Traumi o infiammazioni → Un colpo di frusta, un’infiammazione dei muscoli o dei nervi della testa e del collo possono scatenare o amplificare gli acufeni.
Come si riconoscono gli acufeni somatosensoriali?
Gli acufeni somatosensoriali hanno alcune caratteristiche distintive, che li rendono facilmente identificabili:
- Possono cambiare intensità o frequenza muovendo la mandibola, il collo o premendo su alcuni punti del viso.
- A volte sono accompagnati da dolori cervicali, mandibolari o tensioni muscolari.
- Possono variare nel tempo o peggiorare in momenti di stress o affaticamento muscolare.
I trigger point
Un trigger point è un punto specifico in un muscolo che, quando è irritato o contratto, può causare dolore e altri sintomi anche in aree distanti dal punto stesso. Nel caso dell’acufene somatosensoriale, alcuni trigger point nei muscoli del collo, della mandibola e della testa possono influenzare il sistema uditivo e contribuire alla percezione di suoni come fischi, ronzii o fruscii nelle orecchie.
Come si capisce se un trigger point è collegato all’acufene?
- Se premendo su un muscolo (ad esempio alla base del collo o sulla mandibola) il suono cambia intensità o frequenza.
- Se muovendo il collo o stringendo i denti l’acufene aumenta o diminuisce.
- Se è presente dolore muscolare o tensione cronica nella zona cervicale o mandibolare.
Una volta identificato il trigger point, ovvero il fattore scatenante l’acufene, è sufficiente agire su di esso per attenuare o addirittura eliminare l’acufene.
Come si cura l’acufene somatosensoriale?
Nell’acufene somatosensoriale, la causa scatenante è quasi sempre riconducibile ai muscoli o alle articolazioni del collo e della testa. A differenza degli acufeni causati da problemi all’orecchio interno, questi tipi di acufeni possono migliorare con trattamenti mirati specifici per l’area in cui si manifesta il disturbo.
Se si sospetta un acufene di origine somatosensoriale, è consigliabile rivolgersi a una Tinnitus Clinic, dove un team multidisciplinare di esperti sarà in grado di identificare la causa e suggerire il trattamento più adatto.
A seguito di una visita accurata e di esami audiologici specifici, alcuni approcci utili per trattare questo tipo di acufene possono includere:
- Fisioterapia e osteopatia per rilassare i muscoli del collo e correggere la postura.
- Bite o terapie per l’articolazione temporo-mandibolare (ATM), se il problema riguarda la mandibola.
- Esercizi di rilassamento e stretching per alleviare la tensione muscolare.
- Agopuntura o massaggi, quando indicato.
Tutti questi trattamenti devono essere sempre seguiti sotto la supervisione di professionisti qualificati, come medici specialisti, fisioterapisti o osteopati, in base alla natura del problema. È importante evitare soluzioni fai-da-te, poiché potrebbero non essere efficaci o addirittura peggiorare la situazione. Una valutazione adeguata da parte di un esperto permette di individuare la causa specifica del disturbo e di adottare il trattamento più sicuro ed efficace, garantendo il miglior percorso di cura.
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