L'acufene e l'ipoacusia sono due disturbi dell'udito che spesso si presentano insieme, creando di fatto una relazione frequente e abbastanza comune. L'acufene è la percezione di rumori o suoni negli…

L’esame delle otoemissioni acustiche: come funziona e perché è utile nella diagnosi dell’acufene
L’acufene è un disturbo che colpisce 700 milioni di persone nel mondo. È un fischio o un ronzio percepito all’interno dell’orecchio o della testa, in assenza di una fonte esterna di rumore. Questo problema può avere un impatto significativo sulla qualità della vita, causando stress, ansia e disturbi del sonno. Per diagnosticare e trattare l’acufene in modo efficace, è fondamentale condurre una serie di esami audiologici, tra cui l’esame delle otoemissioni acustiche.
Cos’è l’esame delle otoemissioni acustiche?
L’esame delle otoemissioni acustiche (OAE) è una procedura non invasiva utilizzata per valutare la funzione dell’orecchio interno, in particolare la coclea. La coclea è una piccola struttura a spirale all’interno dell’orecchio interno responsabile della traduzione dei segnali sonori provenienti dall’esterno in impulsi elettrici trasmessi al cervello. Durante l’OAE, vengono misurati i suoni emessi dalla coclea in risposta a stimoli sonori di diversa intensità.
L’OAE è un test rapido e indolore che può essere eseguito nei centri acustici dotati di opportune apparecchiature. È particolarmente utile nella valutazione dei neonati e dei bambini, ma è altrettanto importante negli adulti, soprattutto quando si rileva la presenza di acufene.
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Come funziona l’esame delle otoemissioni acustiche?
L’OAE sfrutta il principio dell’emissione di suoni da parte della coclea in risposta a stimoli sonori. Il paziente viene fatto accomodare in una stanza anecoica (isolata acusticamente) e in posizione rilassata. Durante il test, un piccolo microfono sensibile al suono è inserito nell’orecchio del paziente. Di seguito vengono riprodotti dei suoni, generalmente una serie di toni o clic per stimolare la coclea.
La coclea risponde a questi suoni emettendo deboli onde sonore, chiamate otoemissioni acustiche. Il microfono rileva queste otoemissioni e le registra. Se le otoemissioni sono presenti e rilevabili, ciò indica che la coclea funziona correttamente nel trasmettere i suoni al cervello. Tuttavia, se le otoemissioni sono assenti o indebolite, ciò può indicare un problema all’orecchio interno.
Perché l’OAE è utile nella diagnosi e nel trattamento dell’acufene?
L’acufene è spesso associato a disfunzioni dell’orecchio interno, in particolare della coclea. Poiché l’OAE misura direttamente l’attività della coclea, può essere uno strumento diagnostico prezioso per identificare eventuali problemi sottostanti che contribuiscono all’acufene. Ecco alcune ragioni per cui l’OAE è utile nella gestione dell’acufene:
- Diagnosi precoce: L’OAE può rilevare disfunzioni dell’orecchio interno prima che siano evidenti sintomi di acufene. Ciò consente una diagnosi più precoce e, in alcuni casi, un approccio preventivo.
- Monitoraggio della progressione: L’OAE può essere utilizzato per monitorare nel tempo la funzione cocleare, consentendo ai medici di valutare se la condizione sta peggiorando.
- Personalizzazione del trattamento: Comprendere la funzione cocleare specifica di un paziente può consentire ai medici di personalizzare il trattamento dell’acufene in base alla sua condizione fisiologica.
L’esame delle otoemissioni acustiche è dunque uno strumento diagnostico prezioso nella gestione dell’acufene. La sua capacità di valutare la funzione dell’orecchio interno e identificare eventuali anomalie fornisce all’audiologo uno strumento aggiuntivo per la valutazione di un percorso diagnostico e terapeutico personalizzato.
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