Poiché le cause di acufene differiscono da persona a persona, non esiste un approccio unico alla cura dell’acufene, ma per ciascun paziente deve essere ritagliata su misura la terapia o…

L’acufene: un problema risolvibile
Se siete pazienti con acufene avrete probabilmente sperimentato almeno una volta la frustrante risposta di un medico che vi dice che non c’è nulla da fare. “Gli otorini tendono a considerare l’acufene un problema banale”, a dirlo è il Prof. Francesco Bussu, dell’Università di Sassari, all’interno del seminario dal titolo “L’acufene soggettivo: un problema senza vie di uscita?” che si è tenuto online lo scorso 25 febbraio.
La scienza e la medicina hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni e si può dire che sappiamo tutto – o quasi – su tante malattie, anche gravi e invalidanti. Ma l’acufene ancora oggi rimane un fenomeno non perfettamente noto dal punto di vista della sua origine e non univoco dal punto di vista dell’approccio terapeutico. Per questo è necessario un orientamento multidisciplinare al problema che metta in campo differenti competenze sanitarie, dall’otorinolaringoiatra, all’audiologo, al farmacologo, allo psicoterapeuta.
Proprio con questo scopo è stato organizzato dall’Università di Sassari un seminario che ha visto coinvolti il Prof. Francesco Bussu, otorinolaringoiatra dell’Università di Sassari, il Prof. Paolo Enrico, farmacologo dell’Università di Sassari e il Dott. Andrea Crocetti, psicologo e psicoterapeuta consulente presso la Tinnitus Clinic di Milano.
Cos’è l’acufene
L’acufene è la percezione di un suono in assenza di sorgenti esterne. Il suono viene percepito all’interno delle orecchie e talvolta nella testa. Può manifestarsi in diverse forme: fischi, ronzii, fruscii, battiti, ecc.
È un fenomeno abbastanza frequente, colpisce circa il 15% della popolazione adulta e fino al 30% degli anziani. A soffrirne si stima siano 50 milioni di persone negli Stati Uniti d’America e 70 milioni in Europa.
La rilevanza clinica però non è sempre severa. Solo una percentuale che si aggira mediamente intorno al 2% considera l’acufene disturbante, con implicazioni importanti sul proprio stile di vita. La percezione è soggettiva e varia notevolmente da individuo a individuo, rendendo il fenomeno particolarmente complesso.
Le cause dell’acufene
La causa più frequente della comparsa dell’acufene è una degenerazione delle cellule ciliate dell’orecchio interno.
Quando un paziente si presenta da un otorino, il medico cerca innanzitutto le cause della sofferenza descritta e cerca di porvi rimedio individuando il trattamento più adeguato tra quelli a disposizione. Questo approccio purtroppo è nel caso dell’acufene semplicistico.
“Uno dei motivi per cui l’otorino non ama l’acufene – prosegue il Prof. Bussu – è che noi siamo principalmente dei chirurghi. Se c’è un problema lo risolviamo con un intervento. Nell’acufene questo non è possibile. Non si possono ripristinare le cellule ciliate, almeno non ancora.”
Il medico otorinolaringoiatra di fronte al problema acufene cerca le cause sul piano organico. Svolge una visita accurata che parte dall’anamnesi, cioè dalla storia del paziente per identificare un eventuale evento traumatico o la presenza di altre patologie che possono essere correlate.
Prosegue con una visita dell’orecchio tramite otoscopio, uno strumento medico utilizzato per effettuare un esame del condotto uditivo esterno e per cercare eventuali problemi a carico dell’orecchio medio.
Completano la visita gli esami audiometrici per verificare la qualità dell’udito e l’entità acustica percepita dell’acufene. Questi esami comprendono l’audiometria tonale, la timpanometria e l’acufenometria, indagini fondamentali per l’orientamento al trattamento. Possono completare la visita altri esami come l’ABR (potenziali evocati uditivi) per escludere danni al nervo acustico e la risonanza magnetica qualora si sospetti un danno a livello cerebrale.
In definiva, le cause dell’acufene possono essere così riassunte:
Cause di origine otologica
- Perdita uditiva da trauma
- Perdita uditiva da invecchiamento
- Ipoacusia improvvisa (in genere a eziologia virale)
- Otite media cronica
- Sindrome di Meniére
- Otosclerosi
- Tappo di cerume
Altre cause
- Disfunzioni del sistema nervoso
- Disfunzioni del sistema cardiovascolare
- Farmacologiche (da farmaci ototossici)
- Problemi posturali, maleocclusioni, etc.
Esiste una cura farmacologica per l’acufene?
“Mi occupo di acufene da 15 anni – racconta il prof. Paolo Enrico – ed è frustrante perché l’acufene è il fallimento della farmacoterapia. L’acufene è un sintomo, non una malattia, è qualcosa di molto complesso e diversificato ed è difficile pensare che un solo farmaco possa risolvere il problema”
A oggi infatti non esiste un farmaco validato per la cura dell’acufene. Nonostante ciò, in rete si trovano decine di preparati di vario genere: integratori, erbe, olii, cannabinoidi. Diversi sono gli studi che si sono interessati di analizzare gli effetti di questi preparati sulla percezione dell’acufene, ma nessun razionale giustifica la somministrazione della maggior parte di queste sostanze. Il loro utilizzo dunque, oltre a essere inutile, espone i pazienti a potenziali effetti collaterali spesso sottovalutati o trascurati per l’erronea percezione che i preparati laddove ‘naturali’ siano considerati un’opzione terapeutica dolce e pertanto innocua.
A sottolineare l’inefficienza del trattamento farmacologico è anche un recente studio giapponese del 2019 dalla Keio University di Tokyo che ha evidenziato come nella terapia dell’acufene la somministrazione di farmaci andrebbe evitata.
Ma se nella cura del sintomo acufene i farmaci risultano inefficaci, questi possono essere utili per trattare condizioni patologiche che spesso si accompagnano all’acufene, come la depressione, l’ansia o l’insonnia. Allora possono entrare in campo antidepressivi o ipnotici, sotto stretto controllo medico. In casi specifici questi farmaci possono essere di ausilio per il recupero del benessere psicologico del paziente, con probabili ricadute positive sulla percezione dell’acufene.
L’approccio psicoterapeutico all’acufene
L’acufene, abbiamo visto essere un sintomo complesso. Tante solo le cause o le concause sottese al disturbo, incluso l’aspetto psicologico. Il paziente affetto da acufene richiede quindi un approccio articolato per considerarne gli aspetti potenzialmente coinvolti. Ha spesso paura che il disturbo sia espressione di malattie gravi, ha manifestazioni ansiogene che aggravano ulteriormente il problema, piuttosto che pensieri di vincolo dal quale non potrà mai risolversi.
Per questo, dire a un paziente che dovrà convivere con l’acufene per sempre rischia di risuonare come una sentenza e di contribuire a reazioni psicologicamente disfunzionali. Al contrario il paziente affetto da acufene merita un ascolto attento e deve essere messo a conoscenza delle opportunità terapeutiche con un approccio ampio e multidisciplinare che comprende quindi anche una consulenza psicologica.
“Va preso in carico il soggetto come singolo nella sua unicità, ogni paziente è differente. – dice il dott Andrea Crocetti – Spesso scopriamo non essere saliente l’intensità o la durata dell’acufene. A volte anche acufeni bassi in intensità possono creare un forte disagio. Ai pazienti con acufene va dedicata la giusta attenzione, non bisogna illuderli nè aggravare la situazione, bensì costruire un processo di uscita dal loop di percezione nel quale si trovano incolpevolmente avvolti.”
C’è chi reagisce all’acufene continuando ad ascoltarlo e ricercarlo. Più si pone attenzione sull’acufene, più questo risulta amplificato e più si ritorna ad ascoltarlo, instaurandosi così un circolo vizioso senza fine. Anche i pensieri automatici di ineluttabilità hanno un potere mentalmente tossico e contribuiscono allo sviluppo di sintomatologie ansiose e/o depressive.
In questo quadro l’approccio psicologico costituisce un valido sostegno per aiutare il paziente a distogliere l’attenzione dall’acufene e ricondurlo nell’ambito del rumore di fondo, un suono neutro privo di carica emozionale.
Accanto ai trattamenti di arricchimento sonoro come il protocollo TRT (Tinnitus Retraining Therapy), il supporto psicologico contribuisce allo sviluppo di effetti benefici sulla percezione dell’acufene con risultati dimostrati in 20 anni di attività della Tinnitus Clinic di Milano.
Se volete approfondire i temi trattati nel seminario, su Youtube è disponibile il video completo.
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